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Poetica di Ulan Bator

Alice Strobino

10 novembre 2020

Ezio Falcomer

La poesia ha da essere aulica,
ululante, leggibile in aula
e a Ulan Bator.
Deve raccogliere tutte le sfumature,
ma non del grigio,
da Aulo Gellio a Topo Gigio,
deve e non deve
essere presente
sulla tavola degli italiani,
metafisica ma non pedante,
monopattina non pedalante.
Runner, al limite,
saggistica, saggina, assaggiatrice
e passeggiatrice.
Poesia marketer,
twerker, squirter, money maker.
Viva il poeta vate, water, father,
customer.
Poesia epidemica, endemica,
domenica, anemica, polisemica.
Scevra da facili ironie.
Conscia delle istanze dell'inconscio.
Che risenta della poetica dei dpcm,
delle metafore del triage,
del termoscanner.
E al momento giusto sia anche un po'
negazionista, negoziatrice, negoziante,
nazianarcoide.
Geodetica e ovoidale.
Che tenga alto l'impegno civile,
vigile, risorgimentale, talent.

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